Calvino afferma che "la nostra civilta' si basa sulla molteplicita' dei libri; la verita' si trova solo inseguendola dalle pagine di un volume a quelle di un altro volume, come una farfalla dalle ali variegate che si nutre di linguaggi diversi, di confronti, di contraddizioni". 

E già negli anni '80 in una conferenza tenuta a Buenos Aires si chiede se "il libro assoluto non sarebbe dunque altro che un modello di cervello elettronico". Il finale anticipa discussioni di un decennio a venire: "Forse in futuro ci saranno altri modi di leggere che noi non sospettiamo. Mi sembra sbagliato deprecare ogni novita' tecnologica in nome dei valori umanistici in pericolo; una societa' piu' avanzata tecnologicamente potra' essere piu' ricca di stimoli, di scelte, di possibilita', di strumenti diversi, e avra' sempre piu' bisogno di leggere, di cose da leggere e di persone che leggano".